Il Parco Virgiliano e i ludi di Enea

di Maurizio Vento
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Il cavallo di Troia in Turchia - ricostruzione del cavallo di Troia in legnoIl Parco Virgiliano di Drepano compie 25 anni dalla data della sua prima ideazione. Ma l'opera, lungamente attesa nel territorio immortalato dal V libro dell'Eneide lungo la fascia tirrenica di Pizzolungo che circonda la stele di Anchise, resta finora nel limbo delle buone intenzioni, perché molti, malgrado la sua avvenuta localizzazione nel Piano Regolatore Generale del Comune di Erice, si ostinano a privilegiare altre destinazioni d'uso.
L'iniziativa, annunciata nel corso del Convegno di Studi svoltosi a Trapani nel dicembre del 1981 nell'ambito delle manifestazioni internazionali per il Bimillenario della morte del Poeta, aveva come obiettivo di fare di questa zona e del suo hinterland la sede stabile dei ludi, programmandone l'organizzazione ogni quattro anni a metà del ciclo olimpico per rinnovare periodicamente le storiche gare.
Convennero allora in Sicilia notissimi studiosi, tra i quali il maggior latinista vivente prof. Ettore Paratore, che volle rendere omaggio alla stele di Anchise, eretta (ottobre del 1930) nella fausta ricorrenza del bimillenario della nascita di Virgilio.
Secondo gli intendimenti dei promotori, accanto al Parco Virgiliano, entro i più aperti confini del vecchio agro ericino che comprendeva un tempo anche gli attuali Comuni di Custonaci, San Vito Lo Capo, Valderice e Buseto Palizzolo fino alle propaggini di Castellammare del Golfo, dovrebbe essere fondata un'Accademia internazionale di Studi classici con orizzonti culturali europei e mondiali, una vera e propria istituzione di elevato profilo analoga e parallela a quella oggi rappresentata per la fisica dal Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana”.
Le competizioni agonistiche, riservate alle specialità narrate dall'Eneide (regata, corsa campestre, pugilato, tiro con l'arco, equitazione) e inizialmente aperte ai Paesi toccati da Enea durante la sua peregrinazione da Troia al Lazio (Turchia, Grecia, Albania, Tunisia, Italia), saranno nelle successive edizioni estese alla diretta partecipazione di tutti i Paesi del bacino mediterraneo.
Il mosaico di Virgilio proveniente da Hadrumetum, conservato nel museo del Bardo a Tunisi - Virgilio e le MuseIl progetto, se finalmente attuato, favorirà la valorizzazione turistica e la crescita economica di un'area geografica già abitata dagli Elimi, il popolo anatolico che nel XIII secolo a.C., anticipando l'arrivo dei Troiani di Enea, si era insediato nella Sicilia occidentale, fondandovi le città di Erice, Drepano (Trapani), Segesta (Calatafimi-Segesta), Emporium Segestanorum (Castellammare del Golfo), Halicyae (Salemi), Entella (Contessa Entellina), Jetas (San Cipirello). Così due storie e due culture (quella elima e quella troiana) perfettamente si fusero in un inscindibile unicum, dando origine a una grandiosa civiltà, rimasta per secoli ben distinta da quelle sicana, sicula, fenicio-punica, greca e romana, almeno fino a quando il dilagante ellenismo non finì con l'imporre i propri costumi, alfabeto e lingua.
Come scrisse il prof. Giusto Monaco, ordinario di Filologia classica nell'ateneo di Palermo e presidente dell'Istituto Nazionale per il Dramma Antico (Roma-Siracusa), Drepano ed Erice sono le località maggiormente richiamate nell'Eneide. L'azione del poema (I libro) comincia infatti da Drepano, da cui partono le navi troiane a conclusione del primo approdo raccontato negli ultimi versi del III libro, e prosegue, dopo l'annuale parentesi del soggiorno cartaginese, con i ludi novendiali (V libro) indetti da Enea al suo secondo approdo trapanese, in coincidenza con l'anniversario della scomparsa di Anchise che appunto qui era morto ed era stato sepolto durante la precedente sosta dei profughi troiani.
La stele di Anchise a Pizzolungo ( Trapani ) nel luogo dove sorgerà il Parco VirgilianoÈ questo il substrato storico da cui prende le mosse la proposta adesso rinnovata perché, ponendo fine ad ogni ulteriore indugio, si passi alla fase operativa.
Anche l'archeologia sarà chiamata a recitare la propria parte con una campagna di scavi intesa a individuare il posto che, in età virgiliana, veniva indicato a Trapani come sepolcro di Anchise. Andrebbero in merito compiute le dovute verifiche preliminari su specifici siti che, fino alla prima metà del secolo scorso, erano in tal senso privilegiati dalla tradizione orale.
La recente scoperta a Pratica di Mare (Lazio) del cosiddetto “heroon di Enea”, presunto tumulo dell'eroe troiano, costituisce, come era accaduto in Turchia per la Troia omerica, un precedente suggestivo che, pur senza concedere troppo spazio a prematuri ottimismi, incoraggia nel territorio ericino una appropriata verifica. Nicola Lamia, scrittore e giornalista siciliano, si mostra ottimista sui probabili esiti di un'attenta perlustrazione: «È noto - afferma - che gli antichi celebravano i giochi funebri in onore dei morti in prossimità delle loro tombe. Se dunque identifichiamo i luoghi dove si svolsero i ludi, ci sarà più facile circoscrivere il perimetro entro cui potrà essere individuata la tomba dello sposo di Venere».
La realizzazione del Parco renderà onore al Poeta latino che con i suoi immortali capolavori (Bucoliche, Georgiche, Eneide) ha fatto dono alla Sicilia di un patrimonio spirituale di inestimabile valore. A giudizio di Ettore Paratore, sono proprio le sue stesse opere «a confermare l'esattezza della notizia del biografo Elio Donato secondo la quale Virgilio conosceva bene la Sicilia in quanto anche ci soggiornava»; e, nel ricordo di questo diretto rapporto tra l'Isola e il Poeta, il sommo latinista manifestava il proprio appoggio alla costituzione del Parco come espressione di «gratitudine della Sicilia verso il Poeta che tanto la amava».
Dalla puntuale rappresentazione del periplo lungo le coste dell'Isola nel terzo libro dell'Eneide, appare evidente che Virgilio aveva una conoscenza dettagliata della Sicilia occidentale e dei suoi panorami: ne sono tangibile testimonianza alcune espressioni come quando, ad esempio, definisce Selinus palmosa, cioè cinta di palme, autentica pennellata pittorica desunta dalla diretta visione del paesaggio africano della greca Selinunte.
Virgilio in Sicilia - libro edito nel bimillenario della morte di Publio Virgilio Marone - FAI CLICK SULLA FOTO PER CHIEDERE ULTERIORI INFORMAZIONILa particolareggiata descrizione dell'anfiteatro naturale nei dintorni di Drepano, dove si svolsero i ludi, ha portato già a una precisa ubicazione territoriale, condivisa dalla quasi totalità degli studiosi, fra i quali occorre ricordare Vincenzo Adragna, Luigi Alfonsi, Giuseppe Augello, Mario Cattafesta, Giuseppe D'Aleo, Antonino De Rosalia, Calogero Galluzzo, Nicola Lamia, Giusto Monaco, Ettore Paratore, Mario Pavan, Ettore Romagnoli, Melchiorre Sanci, Antonino Tobia, Renzo Vento e Francesco Vivona.
La società moderna cerca nelle esemplari creazioni del genio virgiliano un affidabile punto di riferimento, così come nel Medioevo aveva già fatto Dante assumendo il cantore di Enea quale guida per il suo itinerario nell'oltretomba. L'odierna dispersione dei valori andrebbe pertanto ricuperata risalendo alle fonti perenni di un umanesimo che trova le proprie radici nel mondo greco e latino, nelle inimitabili creazioni di scrittori e poeti dell'età classica e nella formativa vitalità della tradizione virgiliana. Sulla terza pagina del quotidiano di Roma “Il Tempo” (15 gennaio 1982), lo stesso Paratore annotava: «L'associazione dei ludi, diretta dal prof. Renzo Vento, intenderebbe valorizzare la ripresa dei giochi virgiliani fino a creare sul posto un'Olimpiade mediterranea, per cui si spera che il sostegno della Regione permetta una organizzazione improntata alla necessaria imponenza». Così esprimendosi, egli sconsigliava un'eventuale improvvisazione organizzativa che, dando spazio a gare di carattere locale, avrebbe irrimediabilmente impoverito le dimensioni internazionali del progetto iniziale.
Come ebbe a scrivere lo storico e giornalista Mario Cattafesta, quella condotta dai Trapanesi è «una battaglia di civiltà, in quanto il Parco Virgiliano di Drepano, al di là dell'aspetto sportivo, poetico e culturale, è anche una vittoria ecologica, un insperato risultato nella lotta per la difesa dell'ambiente».



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