In Sicilia il Latino si impara cantando

di Francesca Valenti
Il Latino al Liceo scientifico V. Fardella di Trapani viene studiato con canti in latino e metrica latina con il progetto schola cantans, canto in metrica con musica in Latino per la prima volta in Italia promosso dal liceo V.Fardella di Trapani

Liceo Fardella: la Schola cantansLa cultura greca ha avuto in Sicilia uno dei massimi poli di irradiazione per come testimoniano non soltanto i monumentali resti archeologici, ma anche gli eccezionali contributi scientifici e i capolavori letterari. L’isola, posta al centro del Mediterraneo, era già stata fin dalle sue origini più remote sede di popoli di varia origine e provenienza, che svilupparono in questo autentico paradiso terrestre, baciato dal mare e dal sole, le loro splendide civiltà.
Sicani, Siculi, Elimi e Fenici lasciarono, in lunghi secoli di permanenza, il durevole segno del loro passaggio, sul cui “humus” fecondo si innestarono felicemente le sollecitazioni più universali del trionfante ellenismo.
Dopo l’arrivo dei Romani, conseguente alla conclusione della prima guerra punica, la Sicilia visse una nuova lunga stagione di fervore creativo, contribuendo significativamente all’elaborazione di modelli che diedero vita a correnti di pensiero foriere di rilevanti contributi in età repubblicana e imperiale.
La cultura classica può dunque a giusta ragione vantare qui alcuni tra i suoi più illustri rappresentanti, le cui opere sono state peraltro, in distinte fasi storiche, fonte di ispirazione per scrittori, poeti e intellettuali ateniesi e romani ed ancor più nel periodo di Augusto, essendo giunti a completa maturazione i generi letterari maggiormente diffusi.
Gli scenari naturali della Sicilia, vibranti di luci e di colori, erano assunti come referente poetico e divenivano paesaggio dell’anima prima ancora di essere luoghi privilegiati della geografia mediterranea. E in tal senso, da Omero a Pindaro, da Virgilio a Ovidio, la nostra isola ha avuto sempre una indiscussa centralità, con i suoi intramontabili “topoi”, nei massimi vertici della letteratura greca e latina, contribuendovi con autori locali, quali Stesicoro d’Himera, ideatore dell’inno eroico e ordinatore dei cori; i siracusani Epicarmo e Teocrito, il primo precursore di Aristofane ed inventore della commedia, il secondo insuperato creatore degli “Idilli” da cui trasse ispirazione il mantovano Virgilio per la composizione delle sue “Bucoliche”; il filosofo Gorgia da Leontini, che incantò gli Ateniesi con la sua oratoria entusiasmando perfino Tucidide: una schiera di eminenti conterranei che si prolunga nei secoli successivi quando s’impongono all’attenzione del mondo di allora lo storico Diodoro di Agira, il poeta Calpurnio Siculo di Trapani e l’autore, rimasto per noi ignoto, del “Pervigilium Veneris”.
Accanto alla produzione letteraria rifulse il genio del siracusano Archimede nella matematica e nella geometria, due discipline che alla formazione delle nuove generazioni diedero assieme alla cultura umanistica un fondamentale apporto cui concorse la musica, a giusta ragione considerata come la regina di tutte le arti.
Da queste premesse è maturato nel Liceo “Vincenzo Fardella” di Trapani il progetto “Schola cantans”, ideato dal prof. Maurizio Vento, docente di Lettere italiane e latine. L’iniziativa, che introduce una nuova metodologia nell’insegnamento del Latino con un originale mix di poesia, metrica e musica, ha riscosso notevole successo in campo nazionale e anche in Francia, collegando idealmente il passato al presente nella continuità di una riscoperta tradizione culturale e didattica, che affonda le sue nobili radici nella Sicilia di ieri.



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