Fenici e Greci nell'emporio di Sciacca

di Ivana Venezia
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Statuetta ritrovata a Sciacca, raffigurante forse il dio MelqartSciacca è il primo grosso centro urbano che si incontra lasciando la provincia di Trapani per recarsi ad Agrigento; esso si adagia su una collina calcarea, affacciata sul mare e con alle spalle il Monte S.Calogero.
La cittadina ha origine antichissima e pare sia stata costruita dal re sicano Cocalo; quest’ultimo la rese famosa per aver sfruttato e raccolto il vapore sprigionatosi dalle fessure delle rocce; infatti, grazie al fenomeno carsico ed al vulcanesimo secondario, sono fuoriusciti fin dall’antichità forti vapori dalle fessure delle pareti rocciose, soprattutto del monte Cronio. Grazie alla valorizzazione del fenomeno termale, la cittadina prese il nome di Terme selinuntine.
Il calore sprigionato dalle rocce, dotato di forti proprietà terapeutiche, fu custodito gelosamente dai Greci che, ritenendolo sacro, lo dedicarono al dio Ercole; in seguito, gli stessi Romani si recavano in queste terme per curarsi. Il loro uso, tuttavia, non fu continuativo e, dopo un periodo di abbandono, S.Calogero, venuto in Sicilia per diffondere la fede cristiana, ne rivalutò l’importanza, ospitando sul monte ammalati bisognosi di cure e di carità.
Le grotte vaporose di S.Calogero sono tuttora formate da due locali: l’Antro di Dedalo, con sedili ricavati nella roccia, e la Stufa piccola. Nell’antro la temperatura raggiunge anche i 40 gradi ed i vapori determinano abbondante sudorazione, provocando la modificazione della pressione arteriosa e la vasodilatazione capillare. Le stufe con i getti radioattivi curano perfettamente malattie reumatiche, artritiche e bronchiti croniche.
Oggi, grazie all’intervento della Regione Siciliana, è stato costruito sul Piano Comordino uno stabilimento termale che non ha niente da invidiare ad altri presenti sul territorio nazionale anche dal punto di vista paesaggistico, come testimoniano le bellezze della zona costiera.
Alle terme, oltre alle cure col vapore, si utilizzano i fanghi solfurei e l’acqua alcalino-clorurata, la quale viene impiegata sotto forma di inalazione e aerosol nelle affezioni infiammatorie delle vie respiratorie e dell’apparato ginecologico.
Le antiche strutture, opportunamente ristrutturate, continuano pertanto a svolgere il proprio ruolo curativo, perpetuando una tradizione che affonda le sue origini nel mito e nella storia di un glorioso passato.
Ma Sciacca, che ancor prima di Eraclea Minoa fu pure presidio di confine della greca Selinunte, non esaurisce nelle terme plurimillenarie i suoi interessi archeologici i quali trovano ragioni di rilevante richiamo nella storia antica. Reperti ceramici e il ritrovamento, nel mare antistante l’attuale porto, di una piccola statua in bronzo (altezza 36,2 cm) raffigurante una divinità fenicia (XIII secolo a.C.) testimoniano, con parecchi secoli di anticipo sulla successiva colonizzazione ellenica, la precoce frequentazione, attestata peraltro anche dallo storico latino Velleio Patercolo, di marinai di Sidone e di Tiro nelle acque di un’area mediterranea sicuramente baricentrica per gli scambi commerciali.

 

 




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