A Marsala il vino sposa l'archeologia
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Carmine Ampolo (Scuola Normale di Pisa), Gabriella Anca e Giacomo Rallo (cantine Donnafugata)Vino e archeologia: su questo binomio, promosso dalla raffinata sensibilità culturale di una illustre famiglia marsalese, quella di Giacomo Rallo e Gabriella Anca, con i figli José ed Antonio, poggia il marketing di una grande e moderna industria enologica, Donnafugata, la cui produzione, di altissima e pregiatissima qualità, è ormai presente sulle tavole dei buongustai di tutto il mondo, dall’Italia, all’Europa, all’America, all’Asia, all’Australia, all’Africa. Non si corre il rischio di sbagliare se si afferma che da qualche tempo l’Azienda, per la bontà dei suoi prodotti, è al vertice di una ideale graduatoria siciliana.
L’intesa maturata anni fa con la Scuola Normale Superiore di Pisa e con il Laboratorio di Archeologia diretto dal prof. Giuseppe Nenci ha avuto una naturale prosecuzione con i successori dell’insigne docente successivamente scomparso, il prof. Ugo Fantasia e il prof. Carmine Ampolo. L’interesse comune è quello relativo alla valorizzazione del territorio di Entella, dove il gruppo pisano sta restituendo alla luce l’antica città elima, che assieme a Segesta e a Erice era uno dei centri di maggiore rilievo quando nella Sicilia Occidentale sbarcò Enea.
Donnafugata coltiva qui, come a Pantelleria, i suoi splendidi vigneti riscoprendo il nettare di Bacco che già, come testimoniano le plurimillenarie monete con i bei grappoli d’uva, era presente nei banchetti dello storico popolo giunto qui dall’Anatolia, forse in coincidenza con il crollo dell’impero ittita e con la conseguente diaspora di quanti erano sopravvissuti alla disfatta.
Anche quest’anno non è mancato l’appuntamento triennale nelle cantine storiche di Donnafugata, dove Giacomo Rallo e la signora Gabriella hanno fatto gli onori di casa ai graditi ospiti della Scuola Normale, impegnati ad Erice nella tradizionale assise delle Giornate dell’Area Elima, felicemente approdate alla sesta edizione.
Giacomo Rallo, rispondendo all’indirizzo di saluto del prof. Ampolo, ha evidenziato come oggi il progetto Donnafugata per Entella intende aprire al mondo questo territorio, farlo conoscere ed amare. Da tale idea è nata la collaborazione con il Laboratorio pisano, il sostegno finanziario alle attività di scavo perché i lavori procedano speditamente.
In siffatto quadro, acquista un preciso significato la Borsa di Studio annualmente assegnata dall’Azienda a giovani che si laureano con tesi svolte nel campo storico ed archeologico. Il settimo Premio, intitolato come i precedenti al compianto prof. Giuseppe Nenci, è stato attribuito e pubblicamente consegnato, nel corso dell’incontro conviviale, a Oriana Cannistraci e Agata Abate, che hanno rispettivamente elaborato la parte prima e seconda di una ricerca sul tema “Architettura ellenistica a Segesta: contributi dall’area dell’agorà”.





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