L'alimentazione dei Fenici

di Ivana Venezia
L’ alimentazione dei Fenici e le ricette della cucina antica; i piatti tipici dell’ alimentazione fenicia e punica.

Operazioni di spalatura per la raccolta del saleI Fenici, abitanti del territorio dell’Asia minore bagnato dal fiume Giordano, costituivano una popolazione di origine semitica, che non aveva tuttavia potuto acquisire una vera e propria autonomia, trovandosi circondata da potenze ben maggiori. All’interno della regione si innalzano le catene montuose del Libano e dell’Antilibano da cui essi ricavavano legname pregiato per la costruzione delle loro navi. Ma quando ci fu l’invasione dei cosiddetti “popoli del mare”, che provocarono il crollo dell’impero ittita, i Fenici e gli Ebrei residenti nell'attigua Palestina, ebbero modo di esprimere meglio le loro capacità e i caratteri distintivi della loro etnia.
I Fenici, che si rivelarono presto abili navigatori, per far fronte all’irrefrenabile aumento demografico fondarono tra il secondo e il primo millennio avanti Cristo numerosi empori mercantili soprattutto nell’Africa settentrionale (Utica, Ippona e Cartagine), in Sicilia (Palermo, Solunto e Mozia) e in Sardegna (Nora, Cagliari, Sulcis e Tarros).
A differenza dei Greci, non furono dei veri e propri colonizzatori; infatti, il loro obiettivo era quello di creare una fitta rete commerciale per esportare i loro prodotti: ceramica, carpenteria metallica, oreficeria ed importare grano, pezzi di stoffa, anfore per l’olio ecc.
Promossero l’oleocoltura, l’estrazione del sale con la costituzione delle saline, l’allevamento di animali da cortile, la conservazione del vino in recipienti ceramici, l’apicoltura, l’espansione della coltivazione di alberi da frutta, l’industria della pesca, la costruzione di navi con il legname ricavato dagli alberi, furono gli inventori dell’alfabeto e scoprirono il vetro.
Oltre che dai reperti archeologici, possiamo risalire da alcuni passi della Bibbia alle abitudini alimentari di questo popolo. Nel pasto dei Cartaginesi abbondavano grano, orzo, legumi, olio di oliva, vino, miele ecc. I cereali, grano e orzo, venivano consumati sotto forma di focacce o di pane lievitato. La farina, che si otteneva dai processi a noi noti, serviva per fare pappe, semolini e pietanze affini.
Il piatto cartaginese più diffuso era la minestra punica, denominata da Plauto puls punica, farinata di farro e di legumi che precorre il piatto unico. Tale pietanza ha un valore nutrizionale rilevante per la dieta, poiché è ricca di zuccheri, grassi, proteine e, in misura minore, di vitamine. Tra le ricette giunte fino a noi, una delle più note è quella trasmessaci da Catone. Mettete nell’acqua un po’ di farina e fatela stemperare bene, versatela in un mastello pulito, aggiungete un po’ di formaggio fresco, del miele e un uovo; mescolate bene e fate cuocere in pentola.



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